Il contributo analizza l'istituto della vigilanza collaborativa dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) a partire dalla sua previsione nell'ambito del nuovo codice degli appalti. Dopo aver tratteggiato i caratteri essenziali della figura in questione, l'indagine si sviluppa in due prospettive. La prima conduce all'individuazione di una disciplina procedurale minima di tale forma di vigilanza, la quale si realizza per effetto del rinvio ad appositi protocolli di azione stipulati con le stazioni appaltanti. La seconda attiene ad un profilo di carattere teleologico che coincide con l'esplicitazione della finalità di tale istituto in termini di strumento di ausilio e supporto a favore delle stazioni appaltanti nella attività di gestione dell'intera procedura di gara. In tale contesto l'ANAC viene ad essere investita di un ruolo che, accedendo ad una logica «proattiva», consente di superare l'immagine di un guardiano severo, per rivolgersi verso l'idea di un «addestramento» delle stesse stazioni appaltanti. Ne deriva, in conclusione, una vera e propria funzione pedagogica di tale organismo, la quale si caratterizza per la configurazione di un dialogo finalizzato a «guidare», accompagnare e soccorrere le stazioni appaltanti nell'intero ciclo di vita della procedura di gara.
Vigilanza collaborativa e supporto in itinere delle stazioni appaltanti. La funzione "pedagogica" dell'ANAC
emiliano frediani
2018-01-01
Abstract
Il contributo analizza l'istituto della vigilanza collaborativa dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) a partire dalla sua previsione nell'ambito del nuovo codice degli appalti. Dopo aver tratteggiato i caratteri essenziali della figura in questione, l'indagine si sviluppa in due prospettive. La prima conduce all'individuazione di una disciplina procedurale minima di tale forma di vigilanza, la quale si realizza per effetto del rinvio ad appositi protocolli di azione stipulati con le stazioni appaltanti. La seconda attiene ad un profilo di carattere teleologico che coincide con l'esplicitazione della finalità di tale istituto in termini di strumento di ausilio e supporto a favore delle stazioni appaltanti nella attività di gestione dell'intera procedura di gara. In tale contesto l'ANAC viene ad essere investita di un ruolo che, accedendo ad una logica «proattiva», consente di superare l'immagine di un guardiano severo, per rivolgersi verso l'idea di un «addestramento» delle stesse stazioni appaltanti. Ne deriva, in conclusione, una vera e propria funzione pedagogica di tale organismo, la quale si caratterizza per la configurazione di un dialogo finalizzato a «guidare», accompagnare e soccorrere le stazioni appaltanti nell'intero ciclo di vita della procedura di gara.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.